Nei casi gravi, a causa della forte infiammazione si possono creare delle lesioni, dette ulcere. La malattia si manifesta con forti dolori addominali, diarrea spesso accompagnata da sangue e muco.

 

 

Come si presenta la malattia

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Come si evince già dal nome, questa infiammazione comincia nel retto. In un primo momento si presenta con una forte componente eritematosa, che porta alla formazione di aree irregolari ed emorragiche.

 

In termini di estensione, la rettocolite può essere classificata come:

  • Proctite: se non va oltre il retto; in questo caso è associata ad una prognosi più favorevole;

  • Colite sinistra: se oltre a coinvolgere il retto comporta anche una infiammazione del colon sinistro;

  • Pancolite: se è estesa a tutto il colon.

 

La rettocolite ulcerosa tende ad infiammare soprattutto la mucosa e la sottomucosa (lo strato immediatamente sottostante) una volta arrivata nel colon. Nelle sue fasi acute può contaminare anche la muscolaris mucosae, ovvero lo strato della parete intestinale che comprende la muscolatura liscia.

Uno degli aspetti più caratteristici della malattia è dato da quelle lineette di demarcazione che si creano fra tessuto sano e tessuto malato.

Contrariamente ad altre patologie simili, questa infiammazione non provoca ascessi o fistoli, ma causa la comparsa di ulcere superficiali.

 

 

Quali sono le cause della rettocolite ulcerosa?

Sebbene la scienza abbia spesso analizzato la questione, ad oggi ancora non si riesce a stabilire un vero e proprio elenco di cause scatenanti la rettocolite ulcerosa.

L’ipotesi più acclarata dai luminari è che venga provocata da fattori ambientali, più precisamente da microorganismi batterici intestinali, in presenza di un assetto genetico predisponente. Ciò può indurre l’attacco da parte del sistema immunitario in cui è coinvolto anche l’intestino.

 

I sintomi della rettocolite ulcerosa

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Quanto ai sintomi, dal momento che parte dal retto, il primo disturbo che si manifesta è un forte arrossamento, tipo eritema. Nel momento in cui si propaga nel colon, la rettocolite provoca diarrea ematica, anche notturna, associata a dolori e crampi addominali.

Il paziente ha problemi a trattenere le feci, sebbene poi all’atto pratico riscontri un’evacuazione di piccolo volume o anche solo di muco e sangue.

Se la malattia coinvolge solo il retto però, anziché diarrea, potrebbe manifestarsi una stitichezza molto forte. Nel 15% dei casi, i sintomi si presentano tutti e insieme, costringendo il paziente ad un immediato ricovero ospedaliero, dal momento che è facile che si manifestano scariche diarroiche frequenti piene di sangue. Ne consegue un aumento della temperatura e disidratazione.

In alcuni pazienti, come hanno osservato spesso i medici specialisti, si manifesta una sintomatologia extra-intestinale che include artralgie e artriti localizzate sia alle articolazioni periferiche sia alla colonna vertebrale.

Rare, ma possibili sono delle manifestazioni dermatologiche, come noduli sottopelle, dolenti ed arrossati o delle lesioni purulente poste sugli arti inferiori che tendono ad ingrossarsi. In pochissimi casi i pazienti hanno accusato anche patologie oculari quali uveiti ed episcleriti, nonché malattie epatobiliari.

Infine, l’infiammazione cronica può, nel corso del tempo, provocare delle lesioni pretumorali, aumentando il rischio di sviluppare un tumore intestinale.

 

 

Diagnosi della rettocolite ulcerosa

Non è complicato diagnosticare tempestivamente una rettocolite.

Gli esami validi ai fini della diagnosi e del follow-up di questa infiammazione sono:

  • colonscopia con sonda che si concentra nell’ileo (solo alla diagnosi per escludere una malattia di Crohn);

  • biopsie intestinali, che servono a valutare lo stato della mucosa intestinale e quanto sia estesa al malattia. Un conseguente esame istologico è utile per valutare se ci sono alterazioni strutturali del tessuto;

  • radiografia addominale, per capire, nei pazienti con rettocolite acuta, la sede e l’estensione della malattia. In questo modo è possibile porre all’attenzione del medico anche l’eventuale sviluppo di complicanze quale il mega colon tossico;

  • calprotectina fecale, esame attraverso cui si valuta l'alta concentrazione nelle feci. È indicata anche per monitorare la malattia oltre a rappresentare una risposta non invasiva alle terapie comuni;

  • ecografia delle anse intestinali, per valutare la parete intestinale in modo non invasivo, monitorare la malattia e valutare la risposta del colon alle terapie;

  • cromoendoscopia, tecnica aggiuntiva in corso di colonscopia che consente di visualizzare con maggior dettaglio le aree sospette per displasia del colon, nelle coliti di vecchia data.

 

Cure e terapie per la rettocolite ulcerosa

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Come si cura e quali sono le terapie e farmaci per la rettocolite ulcerosa? Abbiamo posto la domanda al Dott. Renato Pricolo (maggiori informazioni per visita proctologo a Milano).

Una volta appurato che trattasi di rettocolite ulcerosa, il medico propone al paziente una terapia finalizzata alla totale eliminazione dell’infiammazione intestinale e a mantenere la remissione di malattia.

 

In genere si parte con la somministrazione di quattro tipi di farmaci, ovvero:

  • farmaci anti-infiammatori (mesalazina 5-ASA, steroidi);

  • farmaci immunosoppressori (azatioprina, 6-mercaptopurina, ciclosporina);

  • farmaci biologici (infliximab, adalimumab, vedolizumab);

  • farmaci sperimentali, somministrati solo da centri d’eccellenza selezionati nell’ambito di studi clinici.

 

 

Laddove la semplice terapia farmacologica non dovesse bastare, lo specialista indirizza il paziente verso una procto-colectomia totale, ovvero un intervento chirurgico consigliato quando la malattia si presenta refrattaria alle terapie.

Data la gravità del disturbo, è importante curare per tempo l’infiammazione, in quanto trattasi di una patologia cronica, che con il passare del tempo, rischia di provocare alterazioni irreversibili delle cellule intestinali. Non è escluso che si sviluppino lesioni tumorali. Per questa ragione,ed onde evitare eventuali riacutizzazioni, è prescritta una terapia anche nei periodi di benessere.

La prevenzione è molto importante in numerose patologie, ma con la rettocolite non esistono screening preventivi che possano evitare la manifestazione del disturbo. La sola cosa che un paziente può fare è cercare di diagnosticarla nel più breve tempo possibile. Più precisamente, al presentarsi dei primi sintomi, come diarrea e dolori addominali bisogna immediatamente allarmarsi, e quantomeno sottoporsi all'analisi delle feci e esami specifici.

In caso di rettocolite ulcerosa non localizzata al solo retto, a partire da 8 anni dalla diagnosi, è bene sottoporsi a delle colonscopie di controllo periodico. Questo onde evitare di sviluppare le neoplasie intestinali.

Spesso i pazienti che soffrono di rettocolite sviluppano una maggiore sensibilità alle infezioni. Per tale ragione si consiglia a questi ultimi di sottoporsi a vaccinazione anti-influenzale ogni 12 mesi, a vaccinazione anti-pneumococco ogni 5 anni e  a vaccinazione per l’epatite B al momento della diagnosi, se non già effettuata.

Al momento della diagnosi è importante inoltre vaccinarsi il virus della varicella Zoster se non si ha la sicurezza di essere già immuni a questo virus.