Colite pseudomembranosa

 

colite-pseudomembranosa

La colite pseudomembranosa è associata alla presenza di un batterio chiamato Clostridium Difficile (CD). Quando fu scoperto nel 1935 per la prima volta venne nominato Bacillus Difficilis, per via della difficoltà ad isolarlo e farlo crescere nei normali terreni di coltura. È sempre stato considerato un batterio non patogeno fino al 1978, quando venne appunto rinominato Clostridium Difficile e individuato come causa di diarrea associata all'assunzione di antibiotici. È l'agente eziologico della Colite PseudoMembranosa (PMC, PseudoMembranous Colitis). Si tratta di un batterio gram-positivo, anaerobio e sporigeno (capace di generare spore batteriche). Le spore di questo batterio sopravvicono alla barriera acida dello stomaco e germinano nel colon.

 

 

Il CD è presente nell'80% delle feci di bambini e neonati e nel 3% di quelle degli adulti, ma anche in quelle di animali domestici come cani e gatti. È stata avanzata l'ipotesi per cui la contaminazione potesse avvenire anche tramite il cibo, tuttavia ad oggi non ci sono ancora metodi per ricercare questo batterio negli alimenti.

 

Le infezioni da Clostridium Difficile

Il CD è responsabile delle Clostridium Difficile Infections, ovvero delle infezioni da CD. Si tratta di infezioni gastrointestinali, dove nel 25% dei casi la diarrea è associata al CD. La causa principale che permette la formazione di CDI è la distruzione della normale flora microbica, per via dell'assunzione di chemioterapici o antitumorali.
Chi sono i soggetti più comunemente colpiti? Pazienti anziani, immunocompromessi, sottoposti ad una prolungata terapia antibiotica, che hanno subito operazioni chirurgiche del tratto gastro-intestinale, ospedalizzati o che alloggiano in case di cura.
È stato registrato un aumento di CDI in ambito comunitario, al di fuori dell'ambito ospedaliero, perfino in soggetti che non sono stati sottoposti precedentemente ad alcun tipo di terapia antibiotica.
I sintomi si presentano solitamente 4-10 giorni dopo l'inizio della terapia antibiotica, ma puo' anche succedere che si verifichino settimane dopo la terminazione dell'assunzione. Si manifesta come una sindrome diarroica lieve, non particolarmente preoccupante, e sparice solitamente con la fine della terapia.

 

 

Nel colon

Cosa succede nel colon quando è presente il CD? Puo' innescare una intensa reazione infiammatoria, con sintomi quali diarrea profusa ed acuosa, fino a 10 o 15 scariche giornaliere, dolori addominali, febbre, perdita di appetito, disidratazione e nausea. Tutto ciò inizialmente puo' causare una colite senza pseudomembrane, ma poi puo' degenerare in una colite PseudoMembranosa, con necrosi dei vari epiteli, ulcerazioni della parete intestinale e formazione di pseudomembrane.
La sequenza che normalmente porta alla formazione di CDI è: alterazione della flora microbica intestinale, presenza di CD e colonizzazione e produzione di tossine. Solitamente la trasmissione avviene per via fecale orale o per ingestione di spore, che sopravvivono nell'ambiente acido dello stomaco.