Colite e colon irritabile: gli esami da fare

 

Per stabilire se un paziente con disturbi gastrici stia soffrendo o meno di sindrome da colon irritabile è necessario delineare un quadro clinico. Questo in quanto si tratta di una patologia basata su determinati tipi di sintomi: grazie agli esami cui il paziente si sottopone, si può non solo stabilire se trattasi o meno di intestino irritabile, ma si può anche escludere la presenza di malattie più gravi.

 

Il colon irritabile è un disordine funzionale che non palesa lesioni anatomiche specifiche, e che dunque va individuato solo attraverso una diagnosi in grado di soddisfare determinati criteri.

Dal momento che i sintomi possono variare di persona in persona (si possono avvertire dolori all’addome, ma anche gonfiore, tensione, stipsi o diarrea, presenza di muco nelle feci) la diagnosi può essere ottenuta solo se, i disturbi si avvertono da almeno dodici settimane. Tra questi disturbi, schiaccianti per creare un primo quadro clinico sono quelli inerenti alla consistenza delle feci e alla frequenza delle evacuazioni.

 

 

L’approccio medico prima degli esami clinici: l' esame obiettivo

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Secondo quanto appena anticipato, è chiaro che prima di sottoporsi a dei test clinici per una diagnosi certa, il paziente dovrà spiegare allo specialista quali siano i suoi disturbi e i sintomi di cui risente. In questo modo il medico cerca di indagare un primis per escludere l’eventuale presenza di patologie gravi, poi cerca di capire quale sia l’atteggiamento migliore per andare alla radice del problema.

Questo approccio medico è il cosiddetto esame obiettivo. Lo specialista cioè visita accuratamente il suo paziente, quantomeno per escludere la presenza di epatomegalia, di masse addominali o segni di occlusione intestinale. A questo punto sarà lui stesso a prescrivere al soggetto interessato una serie di test veri e propri per avere conferma della prima diagnosi esperita, ovvero quella del colon irritabile.

Per quel che concerne gli esami di laboratorio, alcuni vengono prescritti proprio per prassi mentre altri si rendono necessari soltanto dinanzi a dei forti dubbi. Vediamo dunque insieme alcuni esami principali a cui il paziente potrebbe esser sottoposto.

 

Le analisi del sangue per stabilire se è sindrome da colon irritabile

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Per quel che concerne gli esami del sangue, in genere lo specialista prescrive una normale routine, fatta di emocromo, sideremia, transaminasi, glicemia ed emoglobina glicosilata. Ma anche creatininemia e analisi degli ioni.

In alcuni casi specifici tuttavia è possibile anche eseguire delle analisi più approfondite, sempre sul sangue. Esse hanno lo scopo di valutare se la sindrome da colon irritabile rappresenti dal suo canto il sintomo di una patologia più grave come la celiachia. Capita infatti che la sintomatologia dell’intestino irritabile, nonché il disturbo stesso, siano alla base di una intolleranza al glutine, patologia questa ben più grave.

Se dinanzi ad esami così approfonditi non emerge nulla di grave, e qualora i sintomi rispondano ai criteri di Manning o ai Rome Criteria, allora quasi sicuramente il paziente è affetto da sindrome del colon irritabile.

 

Questi esami del sangue più mirati e approfonditi sono:

  • Indici di flogosi (VES, PCR e alfa1-glicoproteina acida)

  • Dosaggio di paratormone e TSH

 

Qualora si tratti di giovani pazienti che tra i sintomi presentano diarrea, potrebbe essere utile andare a dosare anche gli anticorpi antigliadina (AGA) ed antiendomisio (EMA) (sono questi gli esami per la celiachia). Se questi esami non dovessero uscire buoni, il medico potrebbe richiedere una gastroduodenoscopia per prelevare campioni di mucosa intestinale. Per quanto riguarda la gestione degli esami del sangue, esistono tool gratuiti come ad esempio vademecumanalisi.it, che permettono di creare un database online sempre disponibile e che producono a richiesta il vademecum personale in PDF.

 

 

I Test alimentari

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In presenza di dubbi su intolleranze alimentari o sulla presenza di allergie a qualche alimento, che possono causare l’irritabilità del colon e quindi colite, il medico potrebbe prescrivere anche dei test alimentari. Si tratta cioè dei cosiddetti Vega test o, meglio, indagini bioematologiche alimentari (test IBA).

Un test simile potrebbe essere il cosiddetto breath test, effettuato per ottenere una eventuale diagnosi di intolleranza al lattosio. Esso permette di stabilire se il paziente sotto indagine abbia nel suo organismo un livello equilibrato di lattasi, cioè l'enzima più importante per la digestione del lattosio. Qualora si dovesse palesare la mancata o ridotta capacità di digestione del lattosio, o addirittura la totale assenza dell'enzima lattasi, i sintomi saranno i medesimi del colon irritabile, ovvero dolore addominale, meteorismo e diarrea in seguito all'ingestione di latte e derivati.

 

Test delle feci

Quello delle feci è un altro esame che lo specialista potrebbe prescrivere per individuare o eventualmente escludere la presenza della sindrome da colon irritabile.

Esso serve in particolare per capire se esistano o meno i parassiti fecali o anchele loro uova, in modo da escludere che i disturbi di cui soffre il paziente siano provocatida parassitosi intestinali. Ci sono casi in cui viene anche chiesta la ricerca del sangue occulto fecale, a sua volta utile per escludere un possibile sanguinamento dell'intestino che non si percepisce ad occhio nudo.

 

Esplorazione rettale

Se l’esame del sangue occulto dovesse risultare positivo, quindi dovessero esserci tracce ematiche nelle feci, allora il medico andrà oltre e chiederà al paziente di effettuare una esplorazione rettale. Trattandosi di un esame mirato, lo specialista potrà evidenziare direttamente se trattasi o meno di irritabilità del colon.

Anzi, in un secondo momentosi può richiedere anche un altro esame, ovvero la manometria rettale, che stabilisce la pressione e il funzionamento dello sfintere anale.

 

 

Colonscopia

Un esame ancora più mirato, anche se considerato invasivo, potrebbe essere la colonscopia che si effettua solo nei pazienti che hanno superato i 50 anni.

In caso di prescrizione a pazienti più giovani, la colonscopia viene effettuata per escludere che i disturbi avvertiti possano essere precursori di un tumore al colon. Di norma infatti non si tratta di un esame effettuato per stabilire se il colon sia o meno irritabile, ma per stabilire che i sintomi avvertiti (simili a quelli dell’irritabilità) non abbiano una portata più grave di quanto si crede.

 

La TAC addominale

La TAC addominale e pelvica viene richiesta dal medico per avere delle chiari immagini tridimensionali così da poter mettere in evidenza l’eventuale problematica esistente al colon. Consente infatti di evidenziare eventuali masse tumorali e anomalie anatomiche a livello degli organi presenti nei suddetti distretti.

Anche questo è un test invasivo, in quanto costringe il paziente a subire una esposizioneconsiderevole a radiazioni ionizzanti.

 

Ecografia

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È uno degli esami più importante che viene effettuato dinanzi ai disturbi tipici dell’irritabilità del colon.  Essa infatti ha lo scopo di controllare sede, dimensioni e morfologia degli organi addominali. Si tratta di un esame molto semplice da effettuare, non è affatto invasiva e va al nocciolo del problema. Si utilizza una sonda molto più piccola della comune ecografia,e al contempo consente di vedere le pareti dell’intestino. In questo modo è possibile mettere in evidenza gli ispessimenti della parete intestinale (che possono verificarsi in seguito a infiammazione o a infezione come nelle gastroenteriti), e tutto quello che si trova nell’intestino, come linfonodi o liquido addominale.

Il medico avrà dunque una visione complessiva di tutte le pareti del colon per stabilire nei minimi dettagli il contenuto del colon stesso. A volte infatti il colon irritabile è anche provocato dalla presenza di gas in eccesso nell’intestino e grazie a questo esame è possibile stabilire se si tratti di semplice irritabilità o di problemi più gravi.

L’ecografia è in grado anche di mettere in evidenza la presenza di calcoli alla colecisti o patologie a carico degli organi genitali, specie delle ovaie.